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- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - 2009-12-13 | [This text should be read in italiano] | IL CARATTERE DELLE OPERE DIVINE âLâequilibrio, lâappropriatezza, lâessenzialitĂ e la completa autosufficienza costituiscono il carattere delle opere divineâ Plutarco, Il tramonto degli oracoli Il respiro trafiggerĂ lâindifferenza che ci separa dalle forme, comprenderò lâirrazionale, su onde cosmiche sarò scosso e astri e terre e lune e spazi immensi. Mi unirò al movimento dellâuniverso intero, immerso nellâinterminabile, indagherò sulle forme che il causante crea scalfendo i mondi. Vi sono situazioni indescrivibili e descrizioni incomprensibili, se la decifrazione minimizzasse il terremoto che ci sobbalza ne troveremmo di parole con parvenza di successione, ma il non-fare e il non-dire ci conquistano con la purezza della loro serietĂ . Sui monti bivaccano i briganti e il mare è solcato da pirati, il cielo è rosso per miriadi di zanzare che ci succhiano i pensieri e la capacitĂ del sogno; in veglia vidi gli angeli ribelli scendere per bramosia di donne e i mercanti sviluppare affari al centro del labirinto ora che il Minotauro è percorso dalla pazzia del creato. Ho solo bisogno di una cima libera per lasciarmi al vuoto e sorvolarvi. Per tanto che la spinta e il vuoto mi sorreggano comprenderò la nullitĂ che ci accompagna. Stavamo tornando verso Pesaro percorrendo una strada che dallâinterno della Romagna ci avrebbe condotto alla Statale Adriatica sbucando nel caos viario del riminese. Fermati nella corsa dal rosso di un semaforo, ci affianchiamo ad altra auto giĂ ferma nellâattesa. In casi del genere non si può fare a meno di sbirciare allâinterno dei veicoli. Scrutando lâessenza della latta ci si può confondere con le persone sedute ai volanti: con quelle che calcolano il tempo che avrebbero impiegato ad immettersi sulla via, o quelle che si accorgono di avere i fari spenti mentre la fredda oscuritĂ vien giĂš ad inghiottirci tutti. Questa fredda oscuritĂ scivola via tranquilla appesa alle luci pubblicitarie e ai lampioni stradali.ChissĂ cosa vedono gli astronauti persi nellâimmensitĂ sempreoscura del firmamento agravitazionale? Chi sa se riescono ad immaginare le cittĂ fumose quando lâimmensa nube notturna ci avvolge tutti? Forse intravedono, di quei colossi metropolitani, le piccole luci che si alzano mentre lâoscuritĂ sâimpossessa di tuttilmondo desolandolo; chissĂ , forse lâintero globo terrestre si trasforma in minuscolo presepe e gli astronauti, nella loro pace galleggiante, si sentono Re Magi che ci vengono a donare lâesperienza. Anche i nostri paesini, i paesini marchigiani arroccati ai primi increspati appennini, con le loro casotte dai finestroni debolmente accesi, regalano lâemozione del grande presepe ricco della forza di un messaggio giunto da altro mondo. Che estrema pace! Immerso nelle forme di questi passaggi notturni mi spingo nellâinconoscibile. Anche questa notte può, ora, farmi compagnia. Ma tutte queste genti che corrono per le strade, cosa hanno in testa? Abituate alla quadratura del conto della spesa, cosa cercano e cosa troveranno? Rinchiuse nella latta che corre plasticata, cosa mai troveranno queste genti nella vita? Amore? Ma lâamore non può respirare questâaria malsana, necessita lâaltezza, il rarefarsi dâidee e dâangoli visuali, abbisogna del respiro leggero dâaria lieve. Qui, noi, si respira catrame e fumo. EQUILIBRIO Con enorme fatica si riesce a rimanere eretti. Un piede appresso allâaltro, meccanicamente, - Buonasera Signor Rossi! - - âSera - quasi furtivo nascondendo il ghigno delle labbra stampato dâinerzia alla tensione. Incapace di sorridere uomomacchina sâimpedisce. Quando si è in casa le maschere si decompongono, smessi i trucchi si è piĂš vulnerabili. Come il sole disegna le finestre del palazzo di nuovo, si inizia. Ci si guarda allo specchio, le danze dionisiache si riflettono nei bagliori delle stelle, luccicare di speranze nel brodo siderale. - Buongiorno Signor Rossi - CosĂŹ di nuovo, da capo, da principio. Non uso allâattenzione lascio le chiavi dellâauto sul tavolo e bestemmio la memoria. Immemore libero le ombre sul fondo del palcoscenico, una percezione sottocutanea mâillude, è il vago spirare del vento, le tue parole. -Tu vivi dâelogi ! - E tu di cosa vivi ? - Del tuo silenzio , della tua comprensione. - Il silenzio trafigge la musicalitĂ della notte: la circonda con le sue armonie proponendo il segreto del fare. Il silenzio accompagna le azioni piĂš esemplari, il silenzio è lâarmonia del fare, la musica del poeta è lâarmonico silenzio del respiro. Le acque si immergono nella catastrofe del fuoco, non capiranno mai il sacrificio del fumo. APPROPRIATEZZA Il silenzio è in accordo con lâoscuritĂ : si manifestano avvolgendoti e svelandoti gli istinti, il silenzio è in accordo con i fremiti dellâanima si manifestano annullandoti e lasciandoti confuso. Il silenzio è lâoceano del pensiero e tutto il manifestarsi di Dio è appropriato al silenzio. Non uccidete le lucciole che illuminano i portici, lasciano i bagliori dei volti accendersi nei ricordi. Finalmente, caro amico, i giorni son passati. âO Meliboe, Deus nobis haec otia fecitâ. (1) Finellement , mon chèr ami, nous pouvons boire un cafè. Ieri ho trovato la fossa del Metrò. âPadre Universale, lontano lassĂš nellâalto i capelli ti passan davanti come unâombra. Padre Universale, lassĂš nellâalto, unâombra sonâanche i pensieri per Te.â (2) ESSENZIALITAâ NĂŠ piĂš nĂŠ meno ma solo il servibile : ciò di sui si abbisogna. NecessitĂ il superfluo mi divora. LâessenzialitĂ nella comprensione della sparizione : limitatezza della comparizione. Nella mia cittĂ non vi sono piste ciclabili o convogli underground, la psicadelia ha colori umani nel centroitalia, i cunicoli, vecchi di secoli, collegano cittĂ ad Appennino, so di gallerie conducono dâun chateau lâautre quando lâassedio incombe. I paesini, a sera, hanno il sapore del sacro, attendon la cometa. Si può respirare lâodore di vacca per certe vie del mio paese, lâodore delle stoppie e della nebbia che si alza dai fiumi prosciugati (o in piena), quella è terra secca (o marcia) segnata dal letto dei fiumi che erano amore acceso e spento furore di alberi ammutoliti nel gorgoglio delle acque. Le foglie giĂš si trascinano come vecchi per lâestrema unzione. Se qualcuno ha memoria si rammenta lâolio santo, lâusanza è persa ma il cadavere muto ha il suo luccicare sulla pelle secca. Mnemosine, alle fonti, ha in serbo il destino del cadavere perso. Tornami, la corrente trascina, il fiume secco è memore, conduce echi di sogno. Fluiscimi, alla foce lâacqua dolce si mista a quella salata che porta il ritorno dellâonda. Nulla è piĂš essenziale del respiro terrestre : inspira e si trascina fumi, i gas dei motori a scoppio si svuotano dâenergia cosmica, espira e vien fuori il rigurgito del manto erboso, le Muse si mischiano alla superficie e allâacqua, il ritmo della terra è susseguirsi di stagioni. AUTOSUFFICIENZA Lâuomo è di per se stesso inessenziale, immobile, senza di me al tutto non mancherebbe nulla, prima di me il tutto, prima del mio ciclo, prima di quello terrestre, prima del viaggio solare, giĂ prima di Sirio, prima della Via Lattea, noi ci si fa coraggio. Tutto è bisognoso a sĂŠ stesso, senza di me e te, tuttonulla sussisterebbe nella nostra ignoranza del vero. (1) Virgilio, Georgiche (2) Canto dâiniziazione degli indiani Omaha |
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