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- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - 2009-02-17 | [This text should be read in italiano] |
il soffio d’alisei scandisce i miei risvegli marini
occhio nascosto ai fari avulso al blu sui flutti gli eterni arrotini di sguardi godo il lieve scivolare in spume come della danza d’ un sughero immerso in questo poema di mare lattescente e districato dall’infuso d’astri rapito e livido io discende un annegato pensante figlio d’un dio d’acqua sposato ad una ninfa ho la testa lontana sempre più lontana da te lontana da noi dalla realtà dalla conta dei giorni che poi divento impercettibilmente ere ed in questa mezza eternità io ho cercato d’amarti lasciandoti giocare con le mie ossessioni con le fuggitive speranze sopravvissute al transito delle lune perché noi non dobbiamo lasciare al tempo le pagine bianche il tempo sgrana i giorni li cambia anche noi cambiamo transitando per strade dove i nostri umori hanno fatto sesso o si sono scontrati col dolore ma il tempo no non arrugginisce il sentimento ne lo invita nelle sue tenebre ad invecchiare come muffe sulle pareti pensavo di dedicarti una canzone prima che tu come me diventassi sposa dell’onda perché taci quando taci il silenzio sembra aver pianto a lungo di ombre tant’è livido
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