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- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - 2013-05-16 | [This text should be read in italiano] |
Avevo fame.
Come le anatre selvatiche chiedevano pane Il mio cuore chiedeva amore. Là nel largo, le onde anticipavano il tramonto. Il mio corpo diventava un'’ombra. Senza viso, senza la doratura dei miei capelli, Potevo essere qualsiasi donna… Il cameriere ci serviva il vino. I suoi occhi mi guardavano. I tuoi, guardavano lontano…. Avevo freddo. Come le foglie cadevano per terra Il mio corpo cadeva nelle tue braccia. Là a Montisola, le notti sembravano eterne. Il tuo bacio non aveva più sapore. Senza gusto, senza speranza di futuro, Potevi essere qualsiasi uomo… Il lenzuolo diventava un muro. I miei occhi piangevano. I tuoi, si erano pietrificati. "“Non la lasciare che è bella!”" - disse il vecchio sorridendo. Eravamo sul Lago d’Iseo. Era d’'autunno… L’'ultimo autunno insieme. 19 novembre 2012 Florina Petcu dalla raccolta "Mi chiamano bellissima e pochi sanno il perché"
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